Restauro del frantoio Cecere - Valva (SA)

L'intervento è stato oggetto di approvazione e finanziamento nell'ambito del FEASR - misura PSR Campania 2007-13 " Sviluppo e rinnovamento dei villaggi rurali", di cui alla decisione individuale di concessione dell'Aiuto, n. PSA201200214928 del 28.09.2012. Il progetto esecutivo ha contemplato i seguenti interventi:

a) Recupero e valorizzazione di una porzione del corpo di fabbrica parte integrante e sostanziale dell'antico tessuto edilizio.

b) Recupero e valorizzazione di un'ampia superficie a verde, da sempre luogo di conservazione delle specie arboree tipiche della ruralità degli antichi borghi.

L'edificio è caratterizzato da imponenti arconi in muratura settecentesca che creano un caratteristico portico che congiungono l'antico frantoio con l'orto; esso,contornato da muri di sostegno e frammentato da terrazzamenti, diviene funzionalmente, un "ortus conclusus" adatto per assaporare la vista sulla valle, gli odori (e quindi potenzialmente anche i sapori) oltre che la tranquillità di un antico e per certi versi mitico, borgo. Il piano terra interessato dal progetto (proprietà CECERE, appartiene alla UMI 67 posta tra l'attuale via Roma e via Pistelli sotto Chiesa; tra le due quote si sviluppa un interessantissimo spazio verde da secoli destinato ad orto comune con tutto il nucleo della U.m.i. 67, la quale è una porzione sostanziale dell'antico nucleo del borgo di Valva. Dal piano terra si ha una vista strepitosa sull'intera valle con una quinta esuberante, caratterizzata da tre grandi arconi di pietra che si aprono appunto sull'orto. Il frantoio (ancora in uso a livello familiare, fino a tutto gli anni '60), è caratterizzato dalla presenza di una macina in pietra, dalle travature in legno e da vaschette di decantazione oltre che da una sorgiva d'acqua naturale che insieme alla mangiatoria del mulo (o asino da soma) e dal camino necessario per il riscaldamento dell'acqua, andavano a completare un caratteristico luogo dell'antico Borgo di Valva.

La meccanica della lavorazione si concentrava tutta nel movimento circolare della macina,prodotto dalla forza del mulo (o asino); il lento movimento circolare creava anche il lento ma inesorabile movimento della stessa ruota su se stessa che provocava appunto la frantumazione delle olive il cui liquido era raccolto, naturalmente, nella sagomatura del basamento in pietra.

L'ortus è caratterizzato da un ingresso che è posto a quota inferiore, su via Pistelli, tanto da garantire una continuità di accesso che si sviluppava congiungendo l'antica "Porta del Niglio" con la presenza, sul fronte Nord, della Chiesa Madre dedicata a S. Giacomo Apostolo.

Una scala in ferro forgiato collega la sala "assaggi" con il portico arcuato e l'Ortus. La scala in ferro pieno con lavorazioni artigianali completata con pedate in pietra locale "spessorata" in parte bocciardata per l'ottenimento di un necessario effetto "anti-scivolo" con un disegno architettonico essenziale e volutamente con una immagine architettonica che possa richiamare "l'antico", in "concertazione" all'ambientazione architettonica esistente. L'ortus è stato interessato, nella parte prospiciente il portico di facciata, da una totale sistemazione della pavimentazione in pietra; si sono approntati i lavori in corrispondenza della scaletta che congiunge porta del Niglio con la quota sotto portico, denominata fin dall'inizio come "scalea" per la sua caratteristica di avere una alzata molto bassa e un ampia pedata. Si è iniziato a preparare il terreno vegetale dell'Ortus con la stesura e la modellazione a quota, con opera di potatura delle essenze presenti, e messa a dimora delle specie arboree tipiche dell'orto autoctone. Si sono poste in opere opportune staccionature a protezione del salto di quota. Avendo eseguito in buona parte la muratura di sostegno dei terrazzamenti all'Ortus, si è provveduto ad una accurata verifica con eliminazione delle parte incoerenti dei singoli giunti, asportazione di infestanti e ricostruzione dei giunti, con eliminazioni di parti non coerenti con l'aspetto originario del manufatto. Questo intervento ha riguardato comunque, tutte le opere murarie dell'Ortus, le quali sono state già interessata da una prima fase di pulizia e sistemazione. L'intervento è stato possibile grazie ad una preventiva accurata progettazione esecutiva, ma anche soprattutto ad una presenza continua e maniacale della direzione dei lavori.

arch. Alfredo DePasquale