In gran parte edificate nel IV secolo a.C. con successive opere manutentorie in epoca romana, le mura si sviluppano tra torri a pianta quadrata, circolare ed una pentagonale oltre quattro porte e numerose postierle per una lunghezza complessiva di 4.785 metri.

 In origine protette da un fossato e costituite da uno spessore notevole, queste mura attendono pazientemente una valorizzazione che vada oltre i piani manutentori; basterebbe solo riflettere su un semplice aspetto: esse sono la testimonianza più grandiosa e meglio conservata delle fortificazioni della Magna Grecia.

 Questa affermazione può da sola scuotere gli animi di chi dovrà decidere il futuro della valorizzazione dei beni culturali in Campania?

 Questo è poco probabile, tuttavia potrebbe essere possibile realizzare una catalogazione della struttura muraria al fine di chiarire l’evidente varietà di tecniche costruttive nell’addossamento di più fodere di muro, logico risultato dei diversi periodi, di epoca greca e lucana, inoltre opportune analisi sullo stato di conservazione fornirebbero utili informazioni per lo sviluppo e il supporto di un necessario piano di manutenzione programmato.

 La valorizzazione dovrebbe essere completata da un intervento attuativo con uno specifico progetto illuminotecnico che sarebbe ulteriore occasione di valorizzazione anche a supporto della salvaguardia della sicurezza del bene.

 Siamo consapevoli che queste ipotesi rimarranno sulla carta; custodite in una bacheca affissa contro un muro di gomma, sicuramente più duro e resistente della “pietra di Paestum”.

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